giovedì 12 aprile 2012

Recensione Home - Eleven

Tannen Records - 2011

Potrei cominciare citando personaggi come Beatles, Oasis, Who, Hives, Strokes, Arctic Monkeys, Weezer ecc. ecc. ecc. ma la mano diventerebbe livida se dovessi passare al setaccio tutti i gruppi a cui si sono ispirati i veronesi Home, perciò mi limiterò a centrifugare questa manciata di nomi e a continuare per la mia strada fischiettando in controsenso, perché no, qualche motivetto di questo album chiamato Eleven ed uscito in data 11/11/11.
E' proprio sul passare oltre, però, che cade impietoso l'accento, sottolineando quanto sia avvilente far incontrare le proprie orecchie con una band dalle solide qualità rimasta ferma allo start perché distratta da tutti i frutti che si possono cogliere prendendo a braccetto i mostri sacri di cui sopra.
Ecco così sfumare anche la prova dell'easy-to-whistle, in quanto, con facilità, ci si può confondere tra le strutture e dirottarci inconsapevolmente sulle note di quel qualcosa la cui sequenza si riesce ad intonare con lo stesso automatismo riservato alla respirazione. Tutto questo avviene, proprio per il cospicuo tasso di familiarità di certi rimandi con il nostro DNA ed immaginario collettivo, e se proprio vogliamo sentirci usignoli, saremo costretti a passare oltre, ancora.
Ci troviamo in questo modo nuovamente al punto iniziale come i corsi e ricorsi storici insegnano tornando a manifestarsi, senza darci diritto di replica, per poi esaurirsi, andare in cerca d'altro e riproporsi successivamente. Ma queste sono, d'altronde, le regole del gioco e non c'è certo bisogno di metterle in discussione per portare alla luce un disco valido, tuttavia, quando si fa economia su elementi basilari come la personalità il risultato è un'inconfondibile linea piatta tipica quanto la sua origine.

Per carità, la miscela letale delle collaudate perle di brit-rock 90s, beat 60s, rock'n'roll 50s contaminato da indie-garage in bilico tra la produzione moderna e il revival è quasi sempre una mossa vincente, soprattutto se i suonatori eseguono il tutto con perizia, ma finisce qui, usa & getta.

In Eleven c'è del buono ovviamente, sennò non saremmo qui ad indispettirci, e si va dalle tonnellate di energia, songwriting curato (vero motore del gruppo capace di differenzialo da un mix di cover band), un suono pulito idoneo a far leva sull'onestà dello stesso e su quello che realmente serve, fino alla sicura dote di quei coretti sì di ordinanza ma piazzati nel punto preciso in cui non senti poi troppo il peso del già sentito. E nulla si può dire anche del saper gestire e rendere efficaci atmosfere diverse ed a quelle astuzie tecniche, capaci di dare un valore aggiunto stendendo una patina vintage al moderno, come: registrare alla vecchia maniera o usare la tecnica dell'automatic double tracking cara all'amato John Lennon, ma proprio a causa di tutti questi buoni scorci ci si aspetta uno sforzo maggiore. Possiamo perfino andare avanti prendendo in considerazione la ben riuscita cover di The Goonies 'R' Good Enough di una Cyndi Lauper spogliata dei suoi toni ottantiani e riletta con l'attitudine del gruppo, ma niente da fare, finché essa resterà solo una verve di rimando, la totalità di questo scenario potrà addirittura ritorcersi contro.

Proprio non si può accettare uno spreco creativo quando si assiste già ad un consueto annaspare ed emergere di mezze cartucce che saturano ciò che già straborda e quindi, purtroppo, si arriva davvero a chiedersi perché gli Home si accontentino di fare un disco buono solo nei sottotesti.





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Home:
www.myspace.com/homeonmyspace
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