venerdì 3 agosto 2012

Recensione Low Frequency Low - Mission

Foolica Records - 2012

Abbandonate in parte le sonorità indie party harder, i Low Frequency Club tornano, a due anni di distanza da West Coast, con un nuovo lavoro intitolato Mission maggiormente incentrato sulle attitudini elettroniche del suono di fine anni '90 (prima metà del disco) e anni '80 (seconda metà del disco). Chiudono le fonti di luce, saturano l'aria di mistero mandando così i nostri tessuti nervosi in ipossia e, una volta fatti schiavi di una sorta di stordimento ipnotico, scateneranno un personale mondo sonoro basato sui lati oscuri dei rimandi sopracitati.

D'altronde proprio il campo visivo gioca un ruolo primario in questo nuovo lavoro del trio bresciano, in quanto, come secondo loro stessa ammissione, esse sono state il motore da cui successivamente è fluito l'insieme di note.

Non pensate però che i tre abbiano perso il proprio groove distintivo, perché esso, pur presentandosi  sotto vesti più elettriche e meno pop, è ancora prospero tra le strutture e non mancherà di farvi sortire i suoi effetti.
Ovviamente, non è difficile rendersene conto, la predisposizione originaria ha mutato i suoi corsi, ma il pulsante gioco di ritmiche, ora più sincopato e claustrofobico, riuscirà a trovare i consensi anche degli estimatori dei LFC prima fase.

D'altro canto non si può certo dire, infatti, che durante lo scorrere di Mission manchi il tempo di agitare gli arti, anche se probabilmente non vedrete il vostro circondario mentre lo fate, ma a cosa vi serve il senso oggettivo della vista quando ci pensa quello che state ascoltando a passarvi moltitudini di immagini?.

Tuttavia, tra tanti punti a favore, una falla c'è ed è riscontrabile in alcuni momenti in cui il tiro perde di intensità; un aspetto, questo, sicuramente meno riconoscibile quando ci si trova in una dimensione live, ma più evidente in un ascolto casalingo.

Battiti, percussioni torbide, tensioni funky, synth, chiusure con tracce di oltre sei minuti, sono solo alcuni degli elementi di questo disco. Chiudete gli occhi, lasciatevi trasportare e scoprirete ascolto dopo ascolto, quanta ricchezza possiede un sound dall'assetto sì “easy listening” ma capace di non risultare scontato.


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Low Frequency Club: http://lowfrequencyclub.it
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