mercoledì 1 agosto 2012

Recensione The R's - Empire Mickey

Foolica Records - 2012

Ne hanno fatta di strada i The R's da quando, ancora sotto il nome di The Record's, davano alle stampe interessanti esempi di fascinazioni sixties. E di chilometri ne hanno percorsi anche nel senso proprio del termine a giudicare dalle città, site dentro e fuori dai confini nazionali, depennate nel loro tourbook.
Cammina, cammina quindi ed eccoli nuovamente qui con un prodotto finito dal nome Empire Mickey, un disco in cui i siffatti percorsi hanno preso le redini del suono e, con in testa l'intenzione imperativa di arrivare lontano, sono pronti a cavalcare senza freni verso i propri orizzonti.

Una volta finito di fornire di mantelli scuri gli aspetti spensierati peculiari dei loro precedenti lavori, il trio bresciano si trova a muoversi ora, con ruvida freschezza, verso i lati lividi del pop post-beat fatto di rimandi rockeggianti e  volteggi psichedelici, per poi continuare nell'impresa riducendo all'osso i motivi di distrazione fino a rendere lo scenario tessuto un luogo senza via di uscita.

Le strutture si irrobustiscono, l'allure vintage lascia ampi respiri ad una cifra stilistica meno manieristica e maggiormente riconducibile ad un proprio marchio di fabbrica, i suoni apprezzano i sapori sintetici ed esplorano articolazioni tribali e caraibiche. Ma se tutto questo non servisse a stuzzicare ulteriormente gli ormai meritati consensi vi basterà puntare le antenne verso il particolare modo di tirare fuori sensazioni ariose anche nei passaggi torbidi e circolari

L'attitudine per la melodia, infatti, non si è dissolta fino a segnare un cambio di rotta drastico, ma palesa la sua presenza in modo subdolo quanto fondamentale, riuscendo così, proprio tramite tali sottopassaggi, ad infondere una plumbea energia corroborante. La moltitudine di sordidi aspetti, d'altronde, conferisce, all'aurea dei cinque pezzi, una valenza pragmatica difficile da negare in quanto le sensazioni deflagrano in sordina infuocandoci con memorabili rimandi dicotomici. Queste precise espressioni non solo sono capaci di confondere la cognizione delle loro origini ma, allo stesso tempo, riescono a non farci capire perché ci viene voglia di ballare pur sentendo l'amaro in bocca e viceversa.

Tra synth, efficaci modulazioni vocali in singolo o in fusione, basse frequenze orchestrate insieme a falsetti, tastiere luminescenti, percussioni, riverberi, organi ecc. l'abilità del trio nel tirare fuori la melodia da chi ascolta raggiunge i massimi picchi enfatizzando oltremodo la validità di scrittura, arrangiamenti e produzione degli stessi.

17 minuti per i The R's sono quindi sufficienti per creare un pandemonio e, anche se Empire Mickey ha l'aria di essere il primo passo verso un cambiamento più sostanzioso, riuscirà sia a provocare un forte desiderio di avere tra le mani il prossimo lavoro sia a far gustare pienamente quello attuale.


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