martedì 18 dicembre 2012

Recensione Ufo Romeo - Divergenze Emozionali Ep

Autoprodotto - 2012

Come alieni dal cuore di novelli corteggiatori di Giuliette degli anni zero, gli Ufo Romeo, band romana dal profetico quanto non-sense nome, arrivano sulla Terra per invaderci con la loro carica pop-rock irriverente e allo stesso tempo ricca di pulsioni romantiche.
Non aspettavi però sentimentalismi nell'accezione canonica del termine, perché qui, pur facendo scontrare tra loro diversi ambiti delle sfere affettive, tali tensioni emotive non solo emergono in maniera del tutto peculiare ai cinque componenti del gruppo ma, oltretutto, si tingono di sfumature camaleontiche a seconda del circondario musicale in cui sono immerse.
L'ironia poi è un altro di quei fattori che non manca nel sound di questi ragazzi, portandoci così, tra testi, sottotesti e ben intesi, nella bizzarra fase in cui non sei più in grado di distinguere dove finisce un pensiero razionale ed inizia una sorta di presa e autopresa per i fondelli.

Tra momenti arguti o più scanzonati si scava quindi in delusioni, necessità o approcci umani di vario genere capaci di prendere le sembianze di un certo tipo di cinismo idoneo, a sua volta, a svelare il suddetto singolare romanticismo e sottolineare l'impronta del gruppo. Ma la loro cifra stilistica non si chiude qui. Buona è, infatti, la coesione tra cinque Ufi e non si discute neanche sulle evidenti doti tecniche, mentre al contrario risulta un po' carente ciò che riguarda il songwriting, un punto, questo, spesso madre di testi macchinosi abili a rallentare la scioltezza dei singoli pezzi fino a frenare in maniera vincolate l'intero organico del disco.

E' tra cenni di chitarre dall'approccio settantiano, ritmi&ritornelli imponi canticchiata, tastiere dai toni space, pelli pestate o accarezzate, bassi subdoli o in prima fila e voci morbide, però, che spunta la vera nota positiva di Divergenze Emozionali.
Questa volta, infatti, ci troviamo a poter dire che il classico connubio pop-rock non ci rifila l'altrettanto consueto rimando ad atmosfere strettamente alternative o commerciali e mediante tale gioco di equilibri le acque vengono confuse quel tanto che basta per risparmiarci in parte la solita mistura usata, abusata e riesumata fino alla necrofilia.

Ecco, quindi, che distillandosi con la verve degli U.R. il sound si tinge di glam o di uno spiccato groove danzereccio conferendo al tutto una vena meno ghettizzata agli standard del genere.
Ciò non basta però a sopperire la mancanza di una maggiore audacia stilistica (assenza resa ancora più mordente se si nota la presenza di un estro svincolato solo in parte) ed in tale maniera questo lavoro viene penalizzato tanto da perdere credibilità e conformarsi con il resto delle band sulla stessa onda.

Le capacità ci sono, l'estro creativo idoneo a puntare all'originalità non manca; se il loro scopo non è puntare ai wet seats beatlesiani, l'obbligo imperativo è: osare di più.




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